Bukhara

Per calarsi più integralmente nella visita di questi centri antichi dell’Uzbekistan bisogna comprendere soprattutto il ruolo strategico che queste terre ebbero nel passato, anche in quello più recente. Ci sono due aspetti particolarmente significativi, il primo è quello culturale: alcuni gruppi di potere, quello dei Samanidi del X° secolo erano famiglie dal grande passato nobiliare maturato in seno alla tradizione persiana, grande prestigio culturale e grandi abilità amministrative radicate nel passato zoroastriano ma sotto l’egida del potere dei califfi di Bagdad ed il secondo è l’aspetto strategico-geopolitico che vide questi territori, governati da emiri di sangue turco-asiatico, autocrati capricciosi, intolleranti, talvolta patologici, al centro dello scontro politico tra la corona inglese e la Russia zarista. In questi corsi di storia politica, direi così distanti uno dall’altro, un unico filo conduttore di tenore civile passa attraverso tutte le epoche, è il commercio, sono le carovane, sono le strutture architettoniche dei mercati coperti che dettarono il flusso di passaggio delle genti, le più diverse etnicamente, all’interno del centro storico.Si passeggia dalla cupola antica del mercato coperto degli usurai a quello dei cappelli a quello dell’oro in un continuo susseguirsi di merci, di colori, di richiami ed è facile immaginare quale poteva essere la vivacità del folclore antico. Visita di Bukhara:Il Mausoleo di Ismail Samani è la struttura più significativa di quell’architettura della X secolo che, non utilizzando il colore delle ceramiche, realizza l’alleggerimento della forma solida con la fantasia del disegno formato dalla composizione monocroma del mattone. Le facce del mausoleo sembrano intarsiate. Mille angolature cangianti al minimo mutare dell’incidenza della luce solare.Il “museo dell’acqua” o Chasma Ayub; i resti delle mura che circondavano la città e poi la moschea Bolo Khauz, dal caratteristico portico in legno e infine proprio di fronte a quest’ultima l’Ark, il complesso della cittadella, molto distrutta dai vari avvicendamenti storici ma pur sempre perno della storia medievale di Bukhara. Ancora fuori dal raccolto centro cittadino il monumento noto col nome di Chor Minor ovvero “Quattro Minareti” un edificio rimanente, forse il portale di un’opera architettonica molto più grande, che termina verso l’alto con quattro punte di minareti gemelli. Una volta terminate le visite a queste emergenze architettoniche dei quartieri periferici, la nostra attenzione si concentra sullo sviluppo della parte storica più interna. Il nucleo più centrale della città è molto accogliente, molto vivace, molto suggestivo: tanti monumenti da vedere ma anche lo spazio ideale per passeggiare tra le mille attrazioni artigianali.Dalla famosa piazza Lyabi Khauz, con la sua vasca centrale racchiusa tra la madrassa (scuola coranica) Nadir Divan Begi, la Khanagha (centro per Dervisci) e le case del quartiere ebraico il centro di Bukhara si sviluppa attraverso tre Toqi (mercati coperti). Si fiancheggia la antichissima struttura Magog-i- Attari, e poi la piazza laterale delle Kosh Madrassa (le madrasse gemelle di Abdul Aziz e Ulug Beg), fino alla bellissima piazza Poi-Kalon. È senza dubbio la piazza più suggestiva di Bukhara, raccolta tra la facciata della moschea e quella della scuola coranica Mir-i-Arab sotto l’egida del grande minareto del XI secolo, sopravvissuto all’ondata dei mongoli nonché ai

bombardamenti russi. Insomma, Bukhara è un centro antico da sempre aperto ai forestieri, la sua predilezione è il commercio il suo carattere è l’accoglienza.

testo di Giovanni Dardanelli

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